mercoledì 13 marzo 2024

Il Rito della raccolta delle erbe, Parte I



Nella raccolta delle erbe, sin dall'antichità, vi erano degli accorgimenti da rispettare; era, per meglio dire, un Rito, poiché si andava a raccogliere quello che sarebbe diventato il medicamento per la patologia.

Un tempo, vi era uno stretto legame tra la Natura e il Divino; o quantomeno, s'intendeva la Natura come piena espressione delle "cose Celesti", "Come in Cielo così in Terra".

Plinio sosteneva che i vegetali fossero "parto degli astri", e che quindi ogni pianta fosse la rappresentazione vivente degli influssi planetari.

Per raccogliere erbe dunque non basta strapparli e metterli in una sacca - come farebbero i più rozzi -, ma occorre eseguire un Rito...

La Luna, che, parafrasando un antico Medico Astrologo, "quando si appressa empie i corpi e quando si allontana li vuota", il giorno della settimana, l'ora, la mano con il quale coglierli e...le formule da recitare.

Nel momento in cui si raccoglieva un'erba, in base al Pianeta dominante di questa, venivano recitati i Nomina Angelorum, ovvero appellativi dati al Pianeta, derivati da una mescolanza di lingue - greco, latino, egiziano, caldeo.

Questi appellativi dei Pianeti non erano altro che nomi di geni e demoni, i quali venivano invocati proprio per suggellare la sacralità del momento.

Tuttavia, diversi sinodi e concili proibirono l'invocazione di tali "demoni" - daimon in greco -, e tagliarono in rosso la parola Angelorum dai vari Erbari che li tramandavano.

Nell' erbario di Tolomeo l' Astrologo sono ancora leggibili, ma, per proteggere quella che è la sacralità dell'azione, e l'importanza di questo Rito, eviterò di postare i vari Nomina Angelorum, per non disturbare i vari Geni.

Dunque, le nostre nonne, nel momento della raccolta delle erbe, che formule recitavano? Per soppiantare i nomi proibiti dalla Chiesa, subentrano i vari Santi.

Ebbene, durante la raccolta le nostre nonne recitavano delle vere e proprie Litanie, chiedendo benedizioni dai Santi, in particolar modo dagli Arcangeli.

Curioso rimpiazzo, non trovate?

martedì 15 febbraio 2022

Ricetta rustichelle ai semi di finocchio


 


Cari Amici di Secondonatura,
Oggi ho deciso, dopo molto tempo, di condividere con voi una ricetta che mi sta molto a cuore, ovvero quella delle rustichelle ai semi di finocchio.
La ricetta in questione somiglia molto a quella dei taralli pugliesi, ma cambia la forma e la farina utilizzata.

Per fare le rustichelle vi serviranno:

- 600 gr di farina integrale di timilia
- 300 gr di vino 
- 130 gr di olio extravergine d'oliva
- 15 gr di sale
- 3 cucchiai di semi di finocchio

Per prima cosa, setacciate la farina, aggiungendo il sale; aggiungete poi il vino, l'olio, i semi di finocchio e iniziate a impastare.
Man mano che impasterete, otterrete un composto compatto e liscio; copritelo con un canovaccio e lasciatelo riposare per circa mezz'ora in frigo.
Trascorsa l'attesa, infarinate il piano da lavoro, e stendete l'impasto aiutandovi con un mattarello, fino a ottenere un disco di un centimetro e mezzo di spessore circa.
A questo punto, incidete l'impasto formando dei piccoli rettangoli di 5 cm circa; mettete l'acqua a bollire e lessate questi rettangoli di pasta per circa 2 minuti, il tempo che vengano nuovamente a galla. Aiutatevi con uno scolino per prelevarli dall'acqua bollente.
Lasciateli asciugare su di una tovaglia non lavata con detersivi per 5 minuti, disponendoli separati gli uni dagli altri, in fila.
Accendete il forno a una temperatura di 180°/200°, adagiate i rettangoli su di una teglia coperta con carta da forno, e infornate per 15/20 minuti massimo, fino a che diventino dorati.
Sfornate e lasciate raffreddare.

Otterrete delle rustichelle super appetitose e friabili, ideali per i vostri aperitivi o per uno snack spezzafame.
Buon appetito!

lunedì 30 novembre 2020

Dolcetti crudisti vegan senza zuccheri aggiunti


 Questi semplicissimi dolcetti possono essere un'idea per un piccolo regalo di Natale, oppure per deliziare i propri ospiti, o semplicemente per ricaricarsi di energia nelle fredde giornate invernali.

Per realizzarli occorrono solo dei datteri Medjoul denocciolati, della massa di cacao crudo - ma potete utilizzare anche del cioccolato fondente - e delle mandorle o, volendo, delle noci o nocciole.

La preparazione è semplicissima, basta aprire da un lato i datteri, toglierne il nocciolo, farcire con 3 mandorle o quello che preferite, chiudere e immergerli, aiutandovi con due forchette, nella massa di cacao o il cioccolato fondente sciolto a bagnomaria. Dopodiché adagiare i datteri farciti cosparsi di cioccolato su di un foglio di carta da forno e lasciare raffreddare, in modo che il cioccolato si solidifichi. 

Sono dei dolcetti senza zucchero aggiunto, perché i datteri sono dolci di natura, molto saporiti e decisamente sani. Vi daranno tante soddisfazioni, credetemi.

Fatemi sapere se proverete questa ricetta, spero vi piaccia l'idea!

mercoledì 21 ottobre 2020

Banana Bread vegano e senza glutine

Questa semplice ricetta vi permetterà di creare un ottimo dolce per la vostra colazione, senza rimpiangere le merendine confezionate!


 
Per realizzarlo vi occorrono:

- 3 banane ben mature

- 100 ml di bevanda vegetale a piacere, io ho scelto riso

- 120 gr di zucchero integrale (io ho messo 80 gr di concentrato di datteri)

- 120 gr di farina di Teff (ma va bene qualsiasi farina senza glutine)

- 100 gr di farina di mandorle

- 30 gr di gocce di cioccolato fondente extra (io ho messo massa di cacao pura)

- 15 gr di crémor tartaro

- 1 cucchiaino raso di cannella a piacere

- Un pizzico di sale per esaltare il dolce

- Per decorare, una volta freddo, crema di mandorle e crema di semi di girasole e zucca


Procedimento:

Per prima cosa accendere il forno a 180°, ventilato. In una boule, schiacciare le tre banane e aggiungere il latte vegetale, il lievito, il pizzico di sale, lo zucchero - se decidete di metterlo - la cannella. Con un frullatore a immersione frullate il tutto, fino ad ottenere un composto cremoso; a questo punto aggiungete le farine e le gocce di cacao. Riporre questo composto in una teglia per plumcake, foderata con carta da forno; se è di silicone non è necessario. Infornare e cuocere per 40 minuti; il vostro banana bread è pronto!

Volendo, potete aprire a metà una banana e adagiarla sul composto, prima di metterlo nel forno, così da creare una bella decorazione. Una volta freddo ho aggiunto come topping la crema di mandorle e la crema di semi di zucca e di girasole. Una goduria 🧡🍁🍂

Fatemi sapere se proverete questa ricetta!

domenica 24 maggio 2020

Ricetta spray antizanzare naturale

Ebbene, cari amici, dopo essere stata assalita da uno sciame di zanzare fameliche e disgraziate, dopo essere stata vittima di ventordicimila punture che - facendomi allergia - son gonfiate così tanto da diventare incandescenti e viola, ho deciso di meditare vendetta.

Ho impiegato tre giorni e due notti per capire come poter allontanare questi insetti demoniaci, ma alla fine il mio cervello ha partorito una lozione che...FUNZIONA.

L'ho testata poco fa, quando sono andata nell'orto per dare l'acqua alle piante.
Ecco a voi la ricetta - seguirà quella solida senza alcol, da spalmare -.

Ingredienti:
- Alcol puro 90^ 40 ml
- Acqua distillata 150 ml
- Olio essenziale di Geranio 25 gocce
- Olio essenziale di Citronella 25 gocce

Procedimento:
Mettere in acqua distillata gli oli essenziali, aggiungere l'alcol e riporre in un flaconcino spray sterilizzato e agitare bene prima dell'uso. Spruzzare quando serve.
Non esporsi al sole.

sabato 23 maggio 2020

"Il piccolo popolo" dell'Etna, miti e leggende.


Oggi ho deciso di parlarvi del "Piccolo Popolo", così come viene concepito nella tradizone della mia terra e di come viene definito in chiave alchemica.
È, credo, risaputo da tutti, che la Sicilia sia il grembo il quale ha dato alla luce diversi Miti, ambientati per lo più in paesaggi naturali di questa terra.
Trovano terreno fertile le Ninfe, dee che abitano i boschi, corsi d'acqua, grotte, le quali non hanno nulla da invidiare alle "fate" dei racconti del nord Europa; erano in passato adorate perfino più delle comuni divinità, proprio perché abitavano luoghi sacri comuni, veri e propri templi a cielo aperto. Uno dei riti cultuali per propiziarsi le Ninfe, era proprio quello di lasciare loro dei doni votivi, che potevano essere focacce, grano, vino, monili, gioielli, statuette votive; venivano posti in luoghi "strategici", i quali segnavano la loro presenza, come delle fonti di acqua sorgiva, alberi maestosi, grotte. Qui in Sicilia sono molteplici i luoghi cultuali delle Ninfe, le fate, basti pensare alla celebre fonte di Aretusa, o la fonte del fiume Ciane. Ancora oggi, andando in questi luoghi, si può respirare un' aria sacra, mistica e magica; ancora oggi, rimane immutato il fascino di queste Ninfe, le quali hanno sembianze di belle fanciulle, ma, all'occorrenza, riescono a trasformarsi anche in graziosi animali.
Quelli che nella tradizione germanica vengono definiti "Troll", i giganti monoculari, nella Tradizione siciliana vengono semplicemente definiti Giganti.
Celebri sono i racconti della Gigantomachia combattuta nel bosco delle Aci, o Polifemo dell'Odissea, o semplicemente il gigante Bronte, il quale disteso ai piedi dell'Etna, sua sorella, dorme beato, fin quando qualcuno non lo disturba e...fa i capricci. I Palici, poi, i giganti figli del dio ctonio Adranos, vivono nelle terre sulfuree di Paternò, facendo bollire le salinelle.
Che dire poi del vento dello Scirocco, il respiro dei giganti che provoca incubi notturni a grandi e piccini.
Questi solo per citarne qualcuno!
Esistono poi, proprio in luoghi strategici etnei e non solo, quelli che Paracelso definisce "Elementari", argomento ampiamente trattato nella sua - introvabile - opera "De Nymphis, Sylphis, Pygmaeis et Salamandris et coeteris spiritibus”. Sono esseri privi di anima, creati da Dio ma esenti dal compiere bene o male; possono essere piuttosto definiti come specchi, giacché interagiscono continuamente con il nostro mondo, reagendo al nostro bene e al nostro male. Sono esseri invisibili, definiti anche come Spiriti della Natura, i quali abitano in boschi, fiumi, nei pressi dei vulcani, nelle zone sulfuree, sulle montagne; hanno sembianze simili all' uomo, ma sono incapaci di rispondere alle nostre leggi; come le foglie d'autunno, anche loro periscono venendo fagocitati da Madre Terra.
Ciascun Elementare corrisponde a un elemento specifico, che determina la loro "casa"; le Ninfe corrispondono all' elemento Acqua, proprio per la loro naturale propensione ad abitare le sorgenti, i fiumi e i laghi; i Silfi corrispondono all'elemento Aria, sono coloro i quali volteggiano insieme alle foglie, che trasportano le spore e i semi, che danzano; i Pigmei o gnomi, corrispondono all'elemento Terra, sono benevoli, aiutano a trovare i funghi, tesori e il sentiero; i Salamandri corrispondono all'elemento fuoco, poiché risiedono nei pressi dei vulcani, difatti qui sull'Etna ve ne sono parecchi; i Salamandri sono spesso dispettosi, in particolar modo nei confronti dei bambini e di chi si cimenta nel salire presso la loro casa, la bocca del vulcano. Esistono poi altri spiriti, chiamati anche Geni, Jiin, che abitano intorno e con noi, nelle nostre abitazioni; attenzione a benevolerli, poiché altrimenti risultano molto dispettosi, nasondendovi le cose.
Non tutti, ammonisce Paracelso - che ricordiamo essere cristiano cattolico - sono in grado di avvertire la presenza di questi spiriti, solo chi riesce ad assottigliare il proprio velo della percezione sensibile può farlo, nondimeno, può scinderli dai demoni, di ben altra natura.
Chi crede può discernere, chi non crede può cadere nelle "mani sbagliate".
Per questo, quando ci si reca in questi luoghi abitati dagli Elementari, "Spiriti della Natura", è necessario farlo con massimo rispetto per quella che è la loro casa, portando doni, ringraziandoli, recitando benedizioni per ciò che si raccoglie o si beve.
Insomma, la nostra Tradizione non ha nulla da invidiare alle storie norrene di fate e Troll, ma abbiamo anche noi i nostri abitanti dei boschi e dei luoghi naturali, fin dall'alba dei tempi.

giovedì 21 maggio 2020

Ricetta Maionese


Maionese fatta in casa...
Quando avanzano uova delle tue galline felici e vuoi preparare qualcosa di sfizioso per pranzo.
Ingredienti:

- 1 Uovo di galline felici
- Succo di mezzo limone
- Pizzico di sale
- Olio di semi qb

Mettete nel bicchiere del frullatore l'uovo, il succo del mezzo limone, un pizzico di sale, un po' d'olio.
Iniziate a frullare - con il frullatore a immersione -, aggiungendo a poco poco il restante olio.
Più olio metterete, più la vostra maionese sarà densa.
Lasciate raffreddare in frigo e guststela come meglio pensate.
Buon appetito!

martedì 19 maggio 2020

Ricetta barrette crudiste vegan

Mesi fa comprai una barretta raw, la quale costava un bel po', ma era buonissima. Rimasi colpita dalla semplicità degli ingredienti, e dal gusto decisamente fantastico, ma non mi capitò più di comprarne.
L'altro giorno mi era tornata in mente, poiché cerco spesso di variare le mie colazioni, spuntini e merende, tutto rigorosamente senza zucchero e senza conservanti...ho quindi deciso di provare a farla in casa. Il risultato ha superato le mie aspettative, è davvero eccezionale.

Per farle vi occorrono:
150 gr. di datteri Medjoul al naturale
35 gr. di nocciole
35 gr. di mandorle
20 gr. semi di girasole
4 cucchiaini di cacao raw

Frullate le nocciole, i semi di girasole e le mandorle e, in seguito, a parte, frullate i datteri. Assemblate  insieme il composto e rimettetelo in frullatore, aggiungendo il cacao raw.
Aiutatevi con della carta da forno adagiata di sopra e un mattarello per stendere il composto, il quale dovrà avere uno spessore di 1 cm circa, che poi taglierete formando dei rettangoli.


Potete anche scegliere di fare delle praline, facendole rotolare sul cocco a scagliette.

Le porto con me quando salgo in montagna a fare le mie camminate, per una carica di energia..buon appetito!

domenica 17 maggio 2020

Spazzolare il corpo, perché farlo.



 Uno dei miei riti serali e mattutini, oltre mettere una buona crema o un burro o un olio, è quello di spazzolare il corpo. Sì, avete capito bene, spazzolare il corpo. 

Feci un post a riguardo mesi fa, parlando di quest'antica pratica, e lo ribadisco oggi. È decisamente una svolta.

▪️ Aiuta a eliminare le cellule morte, ottenendo una pelle super morbida.
▪️ Stimola il microcircolo e il linfodrenaggio.
▪️ Aiuta quindi a diminuire gli antiestetici inestetismi della cellulite e dunque a smaltire le tossine.
▪️ Rende la pelle luminosa, morbida.

Vi consiglio di acquistare una spazzola a setole naturali come questa e di fare vostro questo rito, dopo potrete mettere tutte le creme che volete, la pelle le assorbirà meglio; io metto o un burro solido o un olio, rigorosamente naturali. Spazzolate con movimenti circolari, dal basso verso l'alto, ma non troppo energicamente. Avrete una pelle come nuova!
Sarebbe meglio effettuare questo rito la mattina, quando le cellule morte, dopo l'ossigenazione della notte, si trovano sullo strato superiore dell'epidermide; la spazzolatura ne favorirà quindi l'eliminazione.

sabato 16 maggio 2020

Crema dessert senza glutine, senza lattosio, senza uova, vegana e crudista


La ricetta che vi propongo è un'ottima alternativa alle solite colazioni,  e per realizzarla basta veramente poco, ovvero della semplice frutta.

Per farlo vi occorrono (1 porzione):

- Mezzo avocado.

- Una banana, che avrete già messo in congelatore per una mezz'oretta.

- Un cucchiaino di olio di cocco.

- Un cucchiaio di cacao, meglio se raw, ovvero crudo.

- Due cucchiaini o di miele (per chi non è vegano) o di sciroppo di riso o malto di riso o sciroppo d'acero.

- Crema di nocciole pura come guarnizione.

- Granella di nocciole.

Procedimento:
Mettere il mezzo avocado, la banana, il cacao, l'olio di cocco e il malto di riso nel boccale di un frullatore abbastanza potente, frullare fino a ottenere una crema omogenea.
Mettere in un bicchierino o in una ciotolina e guarnire con crema di nocciole e granella di nocciole.
Una colazione super veloce ma buonissima. Può essere servito anche come dessert dopo pasto per i vostri ospiti.