mercoledì 29 agosto 2018

Diario di una passeggiata di fine Agosto. L' Autunno e` nell'aria.

Chi mi conosce da sempre lo sa, amo camminare.
Il mio camminare non e` pero` inteso come un hobby sportivo, bensi` come un tuffo nella Natura; per me e` essenziale, quasi un' esigenza, almeno una volta al mese, marciare chilometri in mezzo al verde.
So di essere una persona fortunata, perche` ho la fortuna di abitare in un luogo per me magico, alle pendici dell' Etna, dove mi basta percorrere un paio di chilometri per essere proprio dentro il Parco, nella natura aspra, incontaminata.
Cosi`, ieri pomeriggio, approfittando della buona Luna calante, ho deciso di mettere ai miei piedi i sandali da trekking nuovi - cosi` ho potuto anche testarne la comodita` - e di dirigermi verso Caselle, una localita` sopra Zafferana.


Non mi ha mai spaventato l' idea di fare queste camminate da sola, sia perche` conosco abbastanza bene i posti dove vado, sia perche` per me e` un' esigenza camminare da sola.
Quali sono i miei pensieri mentre cammino? A volte annullo il pensiero. Altre prego; perche` si`, sono molto credente, e ringrazio Dio della possibilita` di vivere, soprattutto in questi luoghi magici, di avere la forza nelle gambe, di avermi dato la grazia dello stupore dinnanzi a tutta questa Bellezza.
Delle volte la mente vaga, e immagino, mentre cammino, agli abitanti del bosco, a quando ero piccola e alla mia spensieratezza, alle fate dei boschi, ai folletti, agli spiriti degli alberi che, in un arcaico silenzio, emanano tutta la loro potente energia vitale, rigeneratrice.


Appena entrata nel sentiero, con i lievi raggi del sole ormai prossimo a tramontare, catturano i miei sensi l' odore del sottobosco umido, quell' odore di terra, di muschio e di foglie bagnate che ti rimanda a epoche remote, come un continuo dejavu`.
Eccole li`, la promessa d' autunno per eccellenza, i ciclamini, timidi, delicati, semplici, sbucare fuori le rocce laviche; la stagione autunnale non e` cosi` lontana, la si avverte gia` nelle nervature delle foglie, nella quiete, nel sole ormai fioco.
Procedo.
E` una continua sorpresa, l'aria si fa sempre piu` intrisa di umido, via via che ci si addentra nel folto bosco. Il sentiero e` cupo, ogni tanto qualche raggio di sole penetra tra le fronde, illuminando una felce e la nube di moscerini che danzano sospesi.


Il sentiero e` suppongo, il torrente del bosco; lo si capisce dalla rocciosita` del letto.
Ad un tratto, infatti, il passo si fa piu` lungo, cercando di schivare i sassi piu` grandi, a tratto taglienti. I sandali nuovi stanno facendo dignitosamente il loro dovere.
Una delle cose che ho imparato, nelle prime camminate della mia vita, e` che non bisogna mai uscire di casa e andare nei boschi senza un bastone; delle volte non serve, altre e` fondamentale, come questa volta. Sono salita a ben 950 metri sul livello del mare, partendo da 600, e visto com' era il sentiero, il mio caro bastone e` stato di grande aiuto. 
Mentre salivo, ad un tratto sento delle voci e dei passi; capisco subito di non essere sola; questo e` il periodo di raccolta funghi, per cui mi aspettavo di trovare qualcuno che incrociasse il mio cammino. E infatti, pochi metri dopo, un anziano signore con una cesta mi ha salutato sorridendo; gli ho chiesto com' era andata la raccolta e lui, timidamente e umilmente, spostando le felci che coprivano il bottino, mi ha mostrato la sua raccolta, dei bei porcini e qualche fungo nero. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere e siamo convenuti entrambi al fatto che bisogna aspettare il primo quarto di Luna per poter trovare di piu` e meglio. Ci salutiamo, lui mi augura una buona passeggiata e io una buona mangiata!
Nei nostri boschi non e` raro trovare anche qualche albero che non siano lecci...





E infatti...ero degli alberi di mele dell' Etna, profumatissime e anche buone!
Procedo lungo il sentiero, ora sempre piu` in salita e sempre piu` roccioso...il fiato si fa corto e il cuore batte a mille; ero fuori allenamento! In estate sono sempre molto impegnata con il lavoro, mi alzo molto presto la mattina, prima dell' alba e tra animali da accudire, rami da recidere, piante da sistemare, cose da fare...ho poco tempo per camminare. Ma dalla meta` di agosto cerco di tenermi libera e di "chiudermi" fuori casa.
Procedo e rimango colpita dai funghetti che trovo lungo la strada.



Tanti colori e tante forme, uno piu` bello dell' altro!





Dopo aver percorso circa 2 km di sentiero roccioso, in salita, arrivo finalmente in alto, in un altro sentiero piu` dolce, morbido, a tratti erboso.
A catturare la mia attenzione, ad un tratto, come svegliata dal turbinio dei miei pensieri, dei boati; mi si e` accesa come una lampadina.
L' Etna, accidenti, vero! E' in eruzione! Da li` pero` non si vedeva, poiche` ero proprio sul fianco della Muntagna, e mi era impossibile vederne il cratere.
Eravamo quindi io, l' Etna e qualche uccellino, e anche il brontolio del mio stomaco, a onor del vero! Tutta quella strada in salita mi aveva messo fame, ma non avevo portato nulla con me, certa del fatto che avrei trovato loro pronte a ristorarmi...


Mi sono quindi seduta su di una roccia e ho iniziato a farne una scorpacciata, immaginando nel frattempo tutti i piccoli protagonisti dei racconti di Bosco di Rovo attorno a me.
Dopo aver consumato la mia modesta merenda e aver reso grazie alla Natura della disponibilita`, ho proseguito ancora per 1 km, per poi sedermi sull' erba a riposare 10 minuti e riprendere il cammino di ritorno.


Mi sono incamminata verso casa prima che facesse troppo buio, portando con me una serenita` che non avevo da un po' di tempo, dall' ultima passeggiata.
Sono tornata a casa molto stanca, ma con le energie giuste per prepararmi una tisana e mangiare della frutta.
Non so quando tornero` in questo sentiero, in genere vario, pur rimanendo sull' Etna; la cosa bella e` che ogni sentiero offre uno scenario differente, ed e` unico nel suo genere.
Quale sentiero prendero`? Ve lo raccontero` nelle prossime pagine di diario.
Grazie a tutti, sempre!








lunedì 27 agosto 2018

Galline in cova, la mia esperienza

Cari lettori, oggi ho deciso di parlarvi della mia esperienza di cova, una avvenuta naturalmente, senza che io intervenissi, e una da me voluta.


Piccolo Australorp da covata indotta



Chi decide di vivere in campagna lo sa, bisogna imparare a vivere rispettando i cicli della natura e degli animali che coabitano in quella meravigliosa realta` . Una casa senza galline e` - diciamocelo - una casa vuota.
Volete mettere la soddisfazione di mangiare uova sempre fresche?
Ecco, fino a po` di tempo fa, pensavo che le galline in se` mi bastassero, fino a quando decisi di prendere due galli. Da li`, molte cose sono cambiate.
Tanto per iniziare, non tutte le razze di gallina sono da cova; per intenderci, le galline ovaiole, quelle rosse, non covano.
Occorrono razze pure, le quali spesso depongono poche uova all'anno, ma che riescono a covare anche piu` volte.



Dulcita, la titina, sorpresa mentre covava



Nella mia grande famiglia di pennuti, ho diverse razze di galline, fra cui Dulcita, una piccola titina. Ho sempre lasciato le galline libere e felici di razzolare per la campagna, perche` ho sempre pensato che ciascun essere vivente meriti di vivere, per l' appunto, secondo natura.
La cova di Dulcita e` stata inaspettata, inattesa, una vera sorpresa! Io pensavo fosse scappata via nel bosco retrostante e che avesse fatto una brutta fine; i titini infatti sonon famosi per la loro agilita` anche nel volare, specie di albero in albero. Ma cosi` non e` stato. Dulcita si era nascosta per deporre le uova e iniziare la sua cova, era diventata chioccia senza che io me ne fossi accorta. L'ho scoperto solo dieci giorni dopo, quando ero alla ricerca della tartaruga, Achillepie'veloce, sotto delle frasche; invece, con immensa gioia, ho visto lei...
Ho fatto quindi dei calcoli, che alla fine hanno corrisposto quasi linearmente, giacche` la cova dura 21 giorni. Cosi`, il 7 maggi 2018, sono nati ben 10 pulcini, tutti colorati e variopinti. E` stata un'emozione incredibile, assistere alla schiusa delle uova. Un vero miracolo.





Ho lasciato fare tutto alla natura, lasciando a Dulcita il suo compito di madre, dando loro solo del cibo, ovvero farina, piccole granaglie e poca acqua, per evitare che i pulcini morissero annegati.

Poco tempo dopo, invece, un' altra componente della mia banda e` diventata chioccia, ma non aveva a disposizione uova per covare. Britney e` infatti una gallina di Moroseta, una razza ornamentale, la quale depone davvero pochissime uova, ne aveva appena 2!
Ho deciso quindi di fare un tentativo di cova indotta, consigliandomi prima con mia nonna, nei suoi ultimi giorni di vita.
Mia nonna era una grande esperta di allevamento di galline e di cove, poiche` passo` la sua intera vita all'autosufficienza. Ci sono dei riguardi da prendere, per una buona riuscita di cova indotta.
Io decisi quindi di prendere delle uova fertili di altre razze e di metterle sotto Britney...''O la va' o la spacca!'' pensai, e il risultato fu eccezionale.

Britney, la gallina Moroseta

Tanto per cominciare, bisogna mettere le uova in Luna Crescente, precisamente dal decimo al quindicesimo giorno. Occorre che siano di numero dispari, e su questo ve lo garantisco, non sono superstizioni, poiche` l'uovo pari rimarra` senza pulcino, un semplice uovo.
Preparate una nursery adatta ad ospitare la chioccia, un angolo riparato, lontano dalle altre galline e galli, per non disturbare questo momento cosi` delicato. Adagiate della paglia, morbida, facendo prima attenzione a bruciare un po' di ossa animali e mischiare la polvere nella paglia; questo allontanera` i serpenti, ghiotti di uova.
Le uova piu' allungate genereranno maschi, quelle piu` rotonde delle femmine.
Mettete dell' acqua sempre fresca, del cibo, non proprio vicino al punto di cova, cosicche` la chioccia possa alzarsi e sgranchirsi le zampe. Annotate sul calendario il giorno in cui avete messo le uova fertili e aspettate 21 giorni. Al 19esimo giorno dovreste sentire gia` i pulcini muoversi dentro l' uovo, i quali cercheranno di beccare il guscio. Dopo la schiusa, aspettate un paio di giorni, in seguito togliete le uova non schiuse e buttatele via, altrimenti la chioccia continuera` a covare.

Uovo appena schiuso e pulcino ancora bagnato




Questa e`, in sostanza, la prassi per fare una cova. Ovviamente occorre che le uova siano fertili, ovvero che ci sia un gallo, altrimenti coverete il nulla! Che dire, sono molto orgogliosa di entrambe le cove, in primis perche` ho lasciato fare alla natura, in secundis perche` ho sperimentato una cosa del tutto nuova per me.
Spero che l' articolo vi sia piaciuto e che possa ispirarvi.



martedì 14 agosto 2018

Le proprietà della Cipolla raccontate da Plinio il Vecchio

Amici!
 Torno a parlarvi delle piante che guariscono...oggi è la volta della Cipolla.

Ho deciso di citare Plinio il Vecchio per parlarvi delle proprietà di questa pianta, poichè le virtù terapeutiche di questa sono molto più antiche di quel che possiamo immaginare, e Plinio è molto esaustivo.

"Delle cipolle non esistono specie selvatiche. Quelle coltivate curano l'offuscamento della vista con il loro stesso odore e con la lacrimazione che provocano, ma ancor di più se si aspergono gli occhi con il succo. Si dice che abbiano effetto ipnotico e, che, se vengono masticate con il pane, guariscono le ulcerazioni della bocca, i morsi dei cani, e che questo effetto lo abbiano sia fresche, applicate con aceto, sia secche, applicate con miele...e vino; si tengono per tre giorni e poi si tolgono. Usate con questo procedimento guariscono anche le escoriazioni. Molti hanno impiegato la cipolla cotta nella cenere e unita a farina d,orzo per applicazioni anche nei casi di epifora (Abbondante lacrimazione o fuoriuscita di liquidi umorali) e di ulcere nelle parti genitali. Si è usato il succo di cipolla spalmandolo sulle cicatrici degli occhi, sulle albugini, sugli argemi (Macchia chiara sull'ucchio), ed anche per curare i morsi dei serpenti e le ferite in generale, mescolando con miele; come pure è usato il succo di cipolla, misto a latte di donna, nei casi di mal d'orecchi... e infuso in gocce, misto a grasso d'oca o a miele, come rimedio a ronzii e disturbi dell'udito. Nei casi di mutismo improvviso si è somministrata una pozione di succo di cipolla diluito con acqua. Lo si è infuso anche negli sciacqui per il mal di denti, e per curare piaghe provocate da qualunque animale, in particolar modo dagli scorpioni. Si facevano frizioni con cipolla battuta nei casi di alopecia e di psora. Cipolle cotte venivano date da mangiare a chi soffrisse di dissenteria e di lombaggine; anche gli strati più esterni, ridotti in cenere e mescolati ad aceto si usavano in impacco contro i morsi dei serpenti; e le cipolle vere e proprie, con aceto, contro quelli di scolopendra.
[...] Il succo delle cipolle unito a quello del finocchio combatte con sorprendente efficacia le cataratte allo stadio iniziale, così come agisce contro l'angina se preso con succo di ruta e miele; inoltre ha effetto stimolante su chi è affetto da letargia. [...]"

Questo afferma Plinio il Vecchio nella sua celebre opera Naturalis Historia.