sabato 23 maggio 2020

"Il piccolo popolo" dell'Etna, miti e leggende.


Oggi ho deciso di parlarvi del "Piccolo Popolo", così come viene concepito nella tradizone della mia terra e di come viene definito in chiave alchemica.
È, credo, risaputo da tutti, che la Sicilia sia il grembo il quale ha dato alla luce diversi Miti, ambientati per lo più in paesaggi naturali di questa terra.
Trovano terreno fertile le Ninfe, dee che abitano i boschi, corsi d'acqua, grotte, le quali non hanno nulla da invidiare alle "fate" dei racconti del nord Europa; erano in passato adorate perfino più delle comuni divinità, proprio perché abitavano luoghi sacri comuni, veri e propri templi a cielo aperto. Uno dei riti cultuali per propiziarsi le Ninfe, era proprio quello di lasciare loro dei doni votivi, che potevano essere focacce, grano, vino, monili, gioielli, statuette votive; venivano posti in luoghi "strategici", i quali segnavano la loro presenza, come delle fonti di acqua sorgiva, alberi maestosi, grotte. Qui in Sicilia sono molteplici i luoghi cultuali delle Ninfe, le fate, basti pensare alla celebre fonte di Aretusa, o la fonte del fiume Ciane. Ancora oggi, andando in questi luoghi, si può respirare un' aria sacra, mistica e magica; ancora oggi, rimane immutato il fascino di queste Ninfe, le quali hanno sembianze di belle fanciulle, ma, all'occorrenza, riescono a trasformarsi anche in graziosi animali.
Quelli che nella tradizione germanica vengono definiti "Troll", i giganti monoculari, nella Tradizione siciliana vengono semplicemente definiti Giganti.
Celebri sono i racconti della Gigantomachia combattuta nel bosco delle Aci, o Polifemo dell'Odissea, o semplicemente il gigante Bronte, il quale disteso ai piedi dell'Etna, sua sorella, dorme beato, fin quando qualcuno non lo disturba e...fa i capricci. I Palici, poi, i giganti figli del dio ctonio Adranos, vivono nelle terre sulfuree di Paternò, facendo bollire le salinelle.
Che dire poi del vento dello Scirocco, il respiro dei giganti che provoca incubi notturni a grandi e piccini.
Questi solo per citarne qualcuno!
Esistono poi, proprio in luoghi strategici etnei e non solo, quelli che Paracelso definisce "Elementari", argomento ampiamente trattato nella sua - introvabile - opera "De Nymphis, Sylphis, Pygmaeis et Salamandris et coeteris spiritibus”. Sono esseri privi di anima, creati da Dio ma esenti dal compiere bene o male; possono essere piuttosto definiti come specchi, giacché interagiscono continuamente con il nostro mondo, reagendo al nostro bene e al nostro male. Sono esseri invisibili, definiti anche come Spiriti della Natura, i quali abitano in boschi, fiumi, nei pressi dei vulcani, nelle zone sulfuree, sulle montagne; hanno sembianze simili all' uomo, ma sono incapaci di rispondere alle nostre leggi; come le foglie d'autunno, anche loro periscono venendo fagocitati da Madre Terra.
Ciascun Elementare corrisponde a un elemento specifico, che determina la loro "casa"; le Ninfe corrispondono all' elemento Acqua, proprio per la loro naturale propensione ad abitare le sorgenti, i fiumi e i laghi; i Silfi corrispondono all'elemento Aria, sono coloro i quali volteggiano insieme alle foglie, che trasportano le spore e i semi, che danzano; i Pigmei o gnomi, corrispondono all'elemento Terra, sono benevoli, aiutano a trovare i funghi, tesori e il sentiero; i Salamandri corrispondono all'elemento fuoco, poiché risiedono nei pressi dei vulcani, difatti qui sull'Etna ve ne sono parecchi; i Salamandri sono spesso dispettosi, in particolar modo nei confronti dei bambini e di chi si cimenta nel salire presso la loro casa, la bocca del vulcano. Esistono poi altri spiriti, chiamati anche Geni, Jiin, che abitano intorno e con noi, nelle nostre abitazioni; attenzione a benevolerli, poiché altrimenti risultano molto dispettosi, nasondendovi le cose.
Non tutti, ammonisce Paracelso - che ricordiamo essere cristiano cattolico - sono in grado di avvertire la presenza di questi spiriti, solo chi riesce ad assottigliare il proprio velo della percezione sensibile può farlo, nondimeno, può scinderli dai demoni, di ben altra natura.
Chi crede può discernere, chi non crede può cadere nelle "mani sbagliate".
Per questo, quando ci si reca in questi luoghi abitati dagli Elementari, "Spiriti della Natura", è necessario farlo con massimo rispetto per quella che è la loro casa, portando doni, ringraziandoli, recitando benedizioni per ciò che si raccoglie o si beve.
Insomma, la nostra Tradizione non ha nulla da invidiare alle storie norrene di fate e Troll, ma abbiamo anche noi i nostri abitanti dei boschi e dei luoghi naturali, fin dall'alba dei tempi.